Autonomy
Dashboard
South Tyrol
L’Autonomy Dashboard fornisce una panoramica di statistiche rilevanti sull’Alto Adige, sulla sua autonomia e sulla tutela delle minoranze. Esso riunisce in un’unica piattaforma dati provenienti da diversi istituti di statistica, organizzazioni di ricerca e istituzioni pubbliche. La dashboard, quindi, consente di riconoscere le tendenze e/o fare confronti per ottenere un quadro personale sui dati raccolti.
Demografia
L’autonomia dell’Alto Adige ha un chiaro riferimento geografico-territoriale: si applica a tutte le persone che vivono nel territorio della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige. I dati demografici qui presentati forniscono una panoramica della composizione e della crescita della popolazione altoatesina. Molti altri indicatori della dashboard sono direttamente collegati a questi dati. Negli ultimi anni la popolazione altoatesina è cresciuta costantemente ed è diventata contemporaneamente più anziana. La crescita della popolazione altoatesina è dovuta, non da ultimo, dalla migrazione interna e dall’estero. L’immigrazione e l’emigrazione hanno anche un impatto diretto sulla composizione linguistica della società altoatesina. Sarebbe importante che l’autonomia, che mira a raggiungere un equilibrio tra i tre gruppi linguistici, riconosca questi sviluppi. Allo stesso tempo, i dati mostrano che l’Alto Adige ha una diversità linguistica e culturale che va oltre i tre gruppi linguistici ufficiali.
Index
- 01. Popolazione complessiva
- 02. Distribuzione territoriale della popolazione
- 03. Struttura per fasce d’età della popolazione
- 04. Variazione della popolazione
- 05. Migrazione interna
- 06. Migrazione internazionale
- 07. Popolazione residente straniera e paesi di origine
- 08. Popolazione residente per regione di nascita
- 09. Gli altoatesini nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (A.I.R.E.)
01. Popolazione complessiva
La popolazione complessiva è il numero di persone che vivono o risiedono in una determinata area in un dato momento. I dati sulla popolazione si basano in parte sui censimenti e in parte sui registri. Alcuni dati sono stati interpolati nell’infografica per ottimizzare la visualizzazione. Ciò significa che i dati mancanti sono stati sostituiti da valori stimati derivati dalla stima dei dati disponibili, al fine di garantire un grafico continuo delle tendenze della popolazione.
Ultimo aggiornamento: 29.5.2024
02. Distribuzione territoriale della popolazione
La distribuzione territoriale mostra come la popolazione è geograficamente distribuita nelle comunità comprensoriali dell’Alto Adige e nelle valli ladine. Le comunità comprensoriali sono enti pubblici e comprendono diversi comuni geograficamente contigui. Hanno il compito di coordinare lo sviluppo culturale, sociale, economico ed ecologico dei comuni che ne fanno parte. Le comunità comprensoriali fungono anche da distretti statistici. Le valli ladine non formano una propria comunità comprensoriale e sono assegnate ad altre comunità comprensoriali. La Val Badia appartiene alla Comunità comprensoriale della Val Pusteria, la Val Gardena alla Comunità comprensoriale Salto-Sciliar.
Ultimo aggiornamento: 20.6.2024
03. Struttura per fasce d’età della popolazione
La struttura per fasce d’età descrive la distribuzione delle persone all’interno della popolazione in diverse fasce d’età.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
04. Variazione della popolazione
Nascite, decessi e migrazioni hanno un impatto sui numeri della popolazione residente in una regione. Il saldo di natalità (differenza tra nascite e decessi) e il saldo migratorio (differenza tra immigrazione ed emigrazione) riflettono questi cambiamenti. La variazione della popolazione riassume la variazione del numero degli abitanti come risultato della differenza tra il saldo di natalità e la migrazione netta. Se il numero di nascite e/o l’immigrazione aumentano, la popolazione cresce; se il tasso di natalità diminuisce e/o prevale l’emigrazione, la popolazione diminuisce. I valori sono presentati in un rapporto di 1 ogni 1000 abitanti.
Ultimo aggiornamento: 31.5.2024
05. Migrazione interna
Il termine migrazione interna si riferisce generalmente alla migrazione all’interno di uno Stato. Nel contesto altoatesino, l’immigrazione interna si riferisce a persone che trasferiscono la propria residenza da un’altra regione italiana in Alto Adige. L’emigrazione interna descrive il fenomeno inverso: le persone spostano la propria residenza dall’Alto Adige verso un’altra regione d’Italia. La migrazione netta indica la differenza tra immigrazione interna ed emigrazione interna. È positiva quando gli immigrati sono più numerosi degli emigrati. Una migrazione netta negativa significa il contrario. I dati disponibili consentono di effettuare una distinzione tra la migrazione interna di persone di nazionalità italiana e straniera.
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06. Migrazione internazionale
L’immigrazione internazionale si riferisce alle persone che si trasferiscono in Alto Adige dall’estero. L’emigrazione internazionale, invece, si riferisce alle persone che trasferiscono la propria residenza dall’Alto Adige verso un altro Paese. La migrazione netta indica la differenza tra immigrazione ed emigrazione internazionale. È positiva se gli immigrati sono più numerosi degli emigrati. Una migrazione netta negativa significa il contrario. I dati disponibili consentono di distinguere tra la migrazione internazionale di persone di nazionalità italiana e straniera.
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07. Popolazione residente straniera e paesi di origine
La popolazione residente straniera comprende le persone che non hanno la cittadinanza del Paese in cui vivono. I dati indicano quindi la quota di persone residenti in Alto Adige con cittadinanza non italiana o straniera ogni 100 abitanti. La cittadinanza indica il paese di origine.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
Ultimo aggiornamento: 4.6.2024
08. Popolazione residente per regione di nascita
La popolazione residente per regione di nascita indica le regioni in cui sono nate le persone che vivono in Alto Adige. Ciò consente di trarre conclusioni sul background migratorio della popolazione.
Ultimo aggiornamento: 20.6.2024
09. Gli altoatesini nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (A.I.R.E.)
L’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (A.I.R.E.) registra i dati dei cittadini che vivono all’estero in modo permanente, cioè per più di 12 mesi, e quelli dei loro familiari. Il numero di altoatesini è composto essenzialmente da coloro che avevano la loro residenza in Alto Adige prima di emigrare. Tuttavia, ci sono anche i loro discendenti che sono nati e cresciuti all’estero e hanno la cittadinanza italiana. L’iscrizione all’A.I.R.E. è un diritto e un dovere dei cittadini. Essa costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi offerti dalle rappresentanze consolari all’estero e per l’esercizio di importanti diritti. Tra questi, ad esempio, la possibilità di votare per posta alle elezioni nazionali e ai referendum.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
Lingue e gruppi linguistici
Lo Statuto di autonomia dell’Alto Adige riconosce tre gruppi linguistici ufficiali: il tedesco, l’italiano e il ladino. Il censimento linguistico, il quale viene effettuato ogni dieci anni, fornisce informazioni sulle dimensioni dei gruppi linguistici. Sulla base di questi dati ufficiali, vengono distribuiti i posti nella pubblica amministrazione o allocate determinate risorse nel bilancio della Provincia. La variabile del gruppo linguistico è statisticamente presa in considerazione anche in molte altre indagini. Poiché il censimento linguistico tiene conto solo dei tre gruppi linguistici ufficiali, è possibile trarre solo conclusioni limitate sull’effettiva diversità linguistica dell’Alto Adige. Tuttavia, le cifre presentate qui dallo studio del barometro linguistico dell’Istituto provinciale di statistica ASTAT, insieme ad altri dati, mostrano la complessità delle dinamiche e delle relazioni tra i gruppi linguistici. Anche il sistema scolastico segue la logica della separazione dei gruppi linguistici. Le cifre qui riportate mostrano la distribuzione degli alunni tra i tre sistemi scolastici (tedesco, italiano, ladino).
Index
- 01. Censimento linguistico
- 02. Dichiarazioni di appartenenza linguistica e di aggregazione linguistica
- 03. Partecipazione al censimento linguistico
- 04. Famiglie per gruppo linguistico
- 05. Senso di appartenenza a un gruppo linguistico e madrelingua
- 06. Identificazione
- 07. Plurilinguismo
- 08. Tasso di superamento dell’esame di bilinguismo
- 09. Tasso di superamento dell’esame di ladino
- 10. Conoscenza del dialetto tedesco
- 11. Percentuale di alunni nei tre sistemi scolastici
- 12. Percentuale di alunni con cittadinanza straniera
- 13. Amicizie tra i giovani
- 14. Studenti nelle università italiane e austriache
01. Censimento linguistico
Ogni dieci anni, tutti i cittadini italiani di età superiore ai 14 anni residenti in Alto Adige sono invitati a partecipare al censimento linguistico e a dichiarare a quale gruppo linguistico appartengono: tedesco, italiano o ladino. Per i minori di età inferiore ai 14 anni, decidono i genitori. Il primo censimento linguistico ha avuto luogo nel 1981. I risultati del censimento 2023/2024 sono attesi per l’autunno 2024. La pandemia e i preparativi per la digitalizzazione del conteggio dei gruppi linguistici hanno causato un ritardo.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
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02. Dichiarazioni di appartenenza linguistica e di aggregazione linguistica
Ogni dieci anni, tutti i cittadini italiani di età superiore ai 14 anni residenti in Alto Adige sono invitati a partecipare al censimento linguistico e a dichiarare a quale gruppo linguistico appartengono: tedesco, italiano o ladino. Per i minori di età inferiore ai 14 anni, decidono i genitori. In questo caso si parla di dichiarazione (anonima) di appartenenza linguistica. Tuttavia, c’è anche l’opzione della dichiarazione di aggregazione linguistica. Le persone che, per vari motivi, non desiderano dichiararsi appartenenti a nessuno dei tre gruppi linguistici possono aggregarsi a uno dei tre gruppi linguistici nel censimento. Le cifre per la dichiarazione di aggregazione linguistica forniscono quindi informazioni su quante persone si sono avvalse di questa opzione. La dichiarazione di aggregazione linguistica è possibile solo dal 1991.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
03. Partecipazione al censimento linguistico
Ogni dieci anni, tutti i cittadini italiani di età superiore ai 14 anni residenti in Alto Adige sono invitati a partecipare al censimento linguistico e a dichiarare a quale gruppo linguistico appartengono: tedesco, italiano o ladino. La partecipazione al censimento linguistico è obbligatoria per tutti i cittadini italiani residenti in Alto Adige. Per i minori di età inferiore ai 14 anni, decidono i genitori. I cittadini stranieri residenti in Alto Adige non possono partecipare. Di conseguenza, la partecipazione al censimento sta diminuendo rispetto alla popolazione totale.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
04. Famiglie per gruppo linguistico
Nell’ambito di uno studio condotto dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT sul reddito e sulle condizioni di vita delle famiglie altoatesine, è stata rilevata anche la distribuzione per gruppo linguistico. Queste cifre sono diverse da quelle del censimento linguistico, in quanto le famiglie sono state scelte come campione di riferimento. In questo caso, si definisce famiglia un nucleo di persone che coabitano in quanto coniugati, parenti, affini o sulla base di altri legami, quali l’adozione, la tutela, o legami affettivi. Anche gli individui possono essere considerati nuclei familiari. La dimensione del campione dello studio era di 1355 famiglie.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
05. Senso di appartenenza a un gruppo linguistico e madrelingua
A quale gruppo linguistico senti di appartenere? Questa domanda è alla base di questi dati sul sentimento di appartenenza a un gruppo linguistico e a una lingua madre, che si basano sullo studio del barometro linguistico dell’Istituto provinciale di statistica ASTAT. A differenza del censimento linguistico ufficiale, questo studio non ha offerto solo le categorie tedesco, italiano e ladino. Inoltre, sono state possibili risposte multiple riguardo alla madrelingua e sono stati intervistati anche cittadini stranieri. La dimensione del campione dello studio è stata di 1514 interviste.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
06. Identificazione
Come ti senti? La questione dell’appartenenza territoriale, etnica e nazionale faceva parte dello studio del barometro linguistico condotto dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT. Erano possibili più risposte. La dimensione del campione dello studio è stata di 1514 interviste.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
07. Plurilinguismo
Questi dati sul Plurilinguismo dell’Istituto provinciale di statistica ASTAT indicano quale percentuale della popolazione si descrive come multilingue o monolingue. Tuttavia, il grado di multilinguismo non può essere dedotto da queste cifre. La dimensione del campione dello studio è stata di 1514 interviste.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
08. Tasso di superamento dell’esame di bilinguismo
Per lavorare nella pubblica amministrazione in Alto Adige è necessario essere in grado di dimostrare la conoscenza del tedesco e dell’italiano. Per dimostrare la conoscenza della lingua tedesca e italiana di solito è richiesto il cosiddetto test di bilinguismo. I quattro livelli di esame (C1, B2, B1, A2) corrispondono alle conoscenze richieste per le diverse professioni della pubblica amministrazione a seconda del titolo di studio. Gli esami di bilinguismo sono stati introdotti nel 1976 in attuazione dello Statuto di autonomia e si svolgono dal 1977. Nel 2014 le modalità d’esame sono state modificate, motivo per cui la comparabilità con i dati degli anni precedenti è possibile solo in misura limitata.
Ultimo aggiornamento: 3.6.2024
09. Tasso di superamento dell’esame di ladino
Per ricoprire un posto presso l’amministrazione pubblica in Alto Adige riservato al gruppo linguistico ladino è necessario essere in possesso del certificato trilingue. Ciò è particolarmente vero per i posti di lavoro pubblici nelle comunità ladine. Oltre al test di bilinguismo, è richiesto anche l’esame di ladino. I quattro livelli linguistici (C1, B2, B1, A2) corrispondono alle conoscenze richieste per le diverse professioni della pubblica amministrazione, a seconda del titolo di studio. L’esame di lingua ladina è stato introdotto nel 1976 nell’ambito dello Statuto di autonomia e si tiene dal 1977. L’esame ladino è offerto per i due idiomi Val Gardena-Ladin e Val Badia-Ladin. Nel 2017 le procedure di esaminazione sono state modificate, motivo per cui la comparabilità con i dati degli anni precedenti è possibile solo in misura limitata.
Ultimo aggiornamento: 3.6.2024
10. Conoscenza del dialetto tedesco
Una particolarità del panorama linguistico altoatesino è la diffusione del dialetto tedesco. Questi dati mostrano come gli altoatesini valutano il loro livello di competenza nel dialetto tedesco, suddivisi per madrelingua. I dati si riferiscono a coloro che hanno dichiarato di essere in grado di capire o parlare dialetto, sia per quanto riguarda la comprensione in ascolto che la produzione orale. La dimensione del campione dello studio è stata di 995 interviste.
Ultimo aggiornamento: 19.8.2024
11. Percentuale di alunni nei tre sistemi scolastici
Le statistiche sull’istruzione pubblica forniscono informazioni sulla distribuzione degli alunni tra i tre sistemi scolastici dell’Alto Adige: tedesco, italiano e ladino. I dati relativi alla scuola elementare e alla scuola media sono i più facili da confrontare.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
12. Percentuale di alunni con cittadinanza straniera
Le statistiche sull’istruzione pubblica forniscono informazioni sulla distribuzione degli alunni con cittadinanza straniera tra i tre sistemi scolastici dell’Alto Adige: tedesco, italiano e ladino. I dati relativi alla scuola elementare e alla scuola media sono i più facili da confrontare. Le persone con doppia cittadinanza, di cui una italiana, non sono conteggiate nella popolazione scolastica straniera.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
13. Amicizie tra i giovani
Nello studio sui giovani condotto dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT, una delle domande poste era se i giovani altoatesini (14-25 anni) hanno amici di un’altra lingua madre. In particolare, ai giovani è stato chiesto se avessero più di due amici della loro lingua madre. Erano possibili più risposte. La dimensione del campione dello studio è stata di 1622 interviste.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
14. Studenti nelle università italiane e austriache
Ogni anno vengono pubblicate statistiche sul numero di studenti altoatesini delle università italiane e austriache. Non si tratta quindi del numero totale di studenti altoatesini, in quanto non esistono dati affidabili per gli studenti altoatesini al di fuori dell’Italia o dell’Austria. L’Alto Adige comprende le seguenti istituzioni: Libera Università di Bolzano, Polo Universitario delle Professioni Sanitarie „Claudiana”, Studio Teologico Accademico Bressanone. Innsbruck si riferisce al luogo di studio che comprende tutte le istituzioni universitarie.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
Politica e amministrazione
Il Consiglio Provinciale dell’Alto Adige, in qualità di organo centrale democraticamente eletto, promulga la legislazione autonoma della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige. I dati qui presentati mostrano, tra l’altro, le tendenze elettorali degli ultimi decenni e la composizione della Giunta provinciale e dei consiglieri provinciali per gruppo linguistico. La dimensione del gruppo linguistico è importante anche per la pubblica amministrazione, poiché la copertura dei posti pubblici deve basarsi sulla proporzionale etnica, ossia sulla consistenza dei tre gruppi linguistici. I dati mostrano che questo criterio di distribuzione non può essere sufficientemente garantito per tutti i settori. Altri dati dell’indagine qui raccolti forniscono informazioni sull’opinione della popolazione relativa a questioni rilevanti per l’autonomia.
Index
- 01. Risultati delle elezioni provinciali
- 02. Rappresentanza dei gruppi linguistici nel Consiglio Provinciale e nella Giunta Provinciale
- 03. Applicazione del veto dei gruppi linguistici
- 04. Distribuzione di genere nel Consiglio Provinciale
- 05. Affluenza alle urne
- 06. Numero di leggi provinciali adottate
- 07. Dipendenti pubblici delle amministrazioni locali
- 08. Dipendenti pubblici di istituzioni statali
- 09. Insoddisfazione rispetto il bilinguismo dei dipendenti pubblici
- 10. Parere sull’autonomia
- 11. Parere sulla proporzionale etnica
01. Risultati delle elezioni provinciali
Il Consiglio Provinciale dell’Alto Adige è l’organo centrale della legislazione autonoma della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, soprattutto dopo l’entrata in vigore del secondo Statuto di autonomia nel 1972, che ha trasferito numerose competenze dal livello regionale al livello provinciale. Nel corso del tempo, il numero dei consiglieri provinciali altoatesini è stato gradualmente aumentato da 20 a 35. Ultimo ma non meno importante, il Consiglio Provinciale ha il compito di eleggere il Presidente della Provincia e la Giunta Provinciale. Va notato che le cifre citate mostrano solo la situazione riferita all’inizio della legislatura e non riflettono i cambiamenti successivi, come le dimissioni o eventuali scissioni dei partiti.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
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Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
02. Rappresentanza dei gruppi linguistici nel Consiglio Provinciale e nella Giunta Provinciale
Il rapporto tra i gruppi linguistici nel Consiglio Provinciale dell’Alto Adige è decisivo per la formazione della Giunta Provinciale. Lo Statuto di autonomia stabilisce che la Giunta Provinciale deve riflettere il rapporto tra i gruppi linguistici nel Consiglio. Per determinare questo rapporto, l’affiliazione al gruppo linguistico dei membri eletti del Consiglio Provinciale è resa pubblica. Va notato che le cifre citate mostrano solo la situazione all’inizio della legislatura e non riflettono i cambiamenti successivi, come le dimissioni. Nell’infografica, i cosiddetti consiglieri provinciali supplenti non sono inclusi nel numero dei membri della Giunta Provinciale.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
03. Applicazione del veto dei gruppi linguistici
Secondo lo Statuto di autonomia, la maggioranza dei consiglieri di un gruppo linguistico nel Consiglio Provinciale può chiedere un voto in base ai gruppi linguistici se si presume che una proposta di legge violi l’uguaglianza dei diritti tra i cittadini di diversi gruppi linguistici o le caratteristiche etniche e culturali dei gruppi linguistici. Se la richiesta di votazione per parti separate non viene approvata, o se il disegno di legge viene adottato nonostante i voti contrari dei due terzi dei consiglieri del gruppo linguistico che ha presentato la richiesta, la maggioranza di tale gruppo linguistico può impugnare la legge dinanzi alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla sua promulgazione. Tuttavia, l’impugnazione non ha effetto sospensivo. In pratica, questa procedura viene utilizzata raramente perché di solito si cerca il consenso in anticipo per non dover ricorrere all’impugnazione davanti alla Corte costituzionale.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
04. Distribuzione di genere nel Consiglio Provinciale
La distribuzione di genere nel Consiglio indica come sono distribuiti i seggi nel Consiglio Provinciale dell’Alto Adige tra uomini e donne. Si tratta di un fattore molto importante alla luce delle attuali disposizioni per l’elezione del Giunta Provinciale. Secondo l’attuale legge elettorale, la composizione della Giunta Provinciale deve riflettere il rapporto tra donne e uomini nel Consiglio Provinciale. Va notato che qui viene presentata solo la situazione all’inizio della legislatura e non vengono rappresentate le modifiche successive, ad esempio dovute alle dimissioni o all’avanzamento dei candidati.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
05. Affluenza alle urne
L’affluenza alle urne descrive la percentuale di aventi diritto al voto che partecipano effettivamente a un’elezione. Il dato indica quante persone votano in relazione al numero totale di aventi diritto al voto. Una maggiore affluenza alle urne indica una partecipazione politica più attiva, mentre una bassa affluenza alle urne può indicare un basso interesse o insoddisfazione.
06. Numero di leggi provinciali adottate
Con l’entrata in vigore del secondo Statuto di autonomia nel 1972, numerose competenze legislative sono state trasferite dalla Regione Trentino-Alto Adige al livello provinciale. Fu solo allora che il Consiglio provinciale altoatesino e il Consiglio provinciale trentino divennero i luoghi centrali della legislazione autonoma.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
07. Dipendenti pubblici delle amministrazioni locali
I posti nelle amministrazioni pubbliche locali dell’Alto Adige devono essere coperti in base alle dimensioni dei gruppi stabilite dal censimento linguistico. Le amministrazioni locali comprendono l’amministrazione provinciale, i comuni, l’azienda sanitaria, gli insegnanti delle scuole statali (elementari, medie e superiori) e altre amministrazioni locali. Altre amministrazioni locali sono le seguenti istituzioni: Consiglio Provinciale, amministrazione e Consiglio Regionale, Azienda speciale per i servizi sociali Bolzano (ASSB), enti di assistenza, Radiotelevisione Azienda Speciale (RAS), Istituto per l’edilizia sociale, Camera di Commercio, aziende soggiorno e turismo, ordini professionali. Sono considerati dipendenti pubblici solo gli impiegati con un rapporto di lavoro di diritto pubblico. Non sono considerati dipendenti pubblici le persone con un contratto di lavoro di diritto privato che sono impiegate presso le pubbliche amministrazioni. Anche il personale sostitutivo non è incluso in queste cifre. Nel caso degli insegnanti delle scuole statali, la lingua materna è stata talvolta utilizzata come criterio per l’appartenenza a gruppi linguistici. Nel 1997, 2000 e 2001, gli insegnanti delle scuole statali non sono stati inclusi. Pertanto, il numero totale di dipendenti pubblici è inferiore in questi anni.
Ultimo aggiornamento: 20.6.2024
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
08. Dipendenti pubblici di istituzioni statali
I posti di lavoro nell’ambito dell’amministrazione pubblica in Alto Adige devono essere coperti in base alle dimensioni dei gruppi linguistici stabilite dal censimento linguistico. Questo vale anche per il personale delle istituzioni statali di stanza in Alto Adige. Si tratta dei dipendenti pubblici delle amministrazioni statali, degli enti previdenziali, delle Ferrovie dello Stato e delle Poste. L’amministrazione statale comprende le seguenti istituzioni: il Commissariato di Governo, il Ministero delle Finanze e il Ministero del Tesoro, la magistratura (esclusi giudici e pubblici ministeri), altri ministeri. Gli istituti di previdenza sociale includono l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS-NISF) e l’Istituto Nazionale di Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL). Sono considerati dipendenti pubblici solo gli impiegati con un rapporto di lavoro di diritto pubblico. Non sono considerati dipendenti pubblici le persone con un contratto di lavoro di diritto privato che sono impiegate presso le pubbliche amministrazioni. Anche il personale sostitutivo non è incluso in queste cifre. Sebbene la polizia e le forze armate facciano parte dell’amministrazione statale, sono esenti dalle regole della proporzionale etnica e quindi esclusi da questi conteggi. Nel 2022, circa 2.670 membri della polizia e circa 2.540 membri dell’esercito erano presenti in Alto Adige.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
09. Insoddisfazione rispetto il bilinguismo dei dipendenti pubblici
Un’indagine condotta dall’Istituto provinciale di statistica (ASTAT) sulla soddisfazione dei cittadini nei confronti dei servizi pubblici ha inoltre rivelato i motivi dell’insoddisfazione o delle valutazioni negative, tra cui la mancanza di bilinguismo tra i dipendenti pubblici. Questo aspetto è stato studiato per i servizi dei comuni, dell’amministrazione provinciale, della comunità comprensoriale, del servizio sanitario e dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS). La dimensione del campione dello studio è stata di 1912 interviste nel 2018 e 2270 nel 2023.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
10. Parere sull’autonomia
Nell’ambito di un sondaggio condotto da „apollis”, un istituto per la ricerca sociale e demoscopia, è stato chiesto, tra l’altro, il parere su diverse affermazioni predefinite sull’autonomia altoatesina. La domanda era: pensate ora all’autonomia speciale dell’Alto Adige e ai suoi effetti: fino a che punto siete d’accordo con le seguenti affermazioni? Le percentuali riflettono l’accordo degli intervistati con le affermazioni. La dimensione del campione dello studio è stata di 700 interviste.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
11. Parere sulla proporzionale etnica
Cosa pensa della proporzionale etnica? Questa domanda è stata posta nell’ambito di uno studio condotto dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT. Le percentuali riflettono l’accordo degli intervistati con le affermazioni fornite. La dimensione del campione dello studio è stata di 1317 interviste.
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Economia e finanze
Il secondo Statuto di autonomia del 1972 è stato considerato per l’Alto Adige come una speranza di ripresa economica e di prosperità per tutti. In effetti, dati fondamentali come il prodotto interno lordo mostrano un andamento corrispondente, ma questo va certamente visto nel contesto della crescita economica complessiva europea. È difficile misurare quanto l’autonomia dell’Alto Adige abbia effettivamente contribuito allo sviluppo economico positivo del Paese. È indiscutibile che lo sviluppo economico abbia un’influenza diretta sull’autonomia finanziaria dell’Alto Adige. Circa il 90% delle imposte riscosse sul territorio altoatesino sono dovute alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige. Uno sviluppo economico positivo aumenta quindi allo stesso tempo il gettito fiscale. Ciò consente alla Provincia di finanziare le sue diverse competenze legislative. Le cifre presentate qui sull’autonomia finanziaria mostrano nello stesso tempo quanto sia alta la quota delle singole tipologie di imposta sul totale delle entrate. Il fatto che la prosperità economica non sia sempre distribuita in modo uniforme è illustrato dai dati sul reddito delle famiglie e sul rischio di povertà.
Index
- 01. Prodotto interno lordo pro capite
- 02. Valore aggiunto lordo per settore economico
- 03. Occupati per settore economico
- 04. Dimensione delle imprese
- 05. Tasso di disoccupazione
- 06. Reddito familiare
- 07. Reddito pro capite delle famiglie
- 08. Rischio di povertà
- 09. Sussidi per l’agevolazione edilizia
- 10. Entrate della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- 11. Imposte assegnate dallo Stato alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- 12. Imposte provinciali Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- 13. Spese della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- 14. Affidabilità creditizia
01. Prodotto interno lordo pro capite
Il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite è un dato economico che indica il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti in un Paese in un determinato periodo. Se il PIL viene diviso per il numero di abitanti, il risultato è la produzione economica media per abitante. Le cifre qui riportate sono il PIL ai prezzi di mercato che riflettono il livello dei prezzi del rispettivo anno.
Ultimo aggiornamento: 31.5.2024
02. Valore aggiunto lordo per settore economico
L’economia nazionale è composta essenzialmente da tre settori o aree economiche. Il settore primario comprende tutte le attività agricole, forestali e di pesca. Il settore secondario comprende tutte le attività manifatturiere. Il settore terziario comprende tutte le attività del settore dei servizi. Il valore aggiunto lordo per settore economico indica quanto le aziende o i settori economici hanno effettivamente prodotto e contribuito nell’economia nazionale. Questo perché i beni e i servizi necessari alla produzione vengono sottratti dal valore della produzione totale. Le cifre qui riportate sono valore aggiunto lordo ai prezzi di mercato con riferimento al livello dei prezzi dell’anno in questione.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
03. Occupati per settore economico
Esistono tre settori o aree economiche di base nell’economia. Il settore primario comprende tutte le attività dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. Il settore secondario comprende tutte le attività manifatturiere. Il settore terziario comprende tutte le attività del settore dei servizi. I dati sull’occupazione per settore economico indicano quante persone sono impiegate nel settore primario, secondario o terziario. I dati dal 1951 al 1991 corrispondono ai risultati dei censimenti della popolazione. I dati dal 1995 in poi si basano su estrapolazioni. Nei censimenti sono state talvolta utilizzate altre categorie, ma queste sono state assegnate ai tre settori economici per una migliore comparabilità.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
Ultimo aggiornamento: 20.6.2024
04. Dimensione delle imprese
I dati sulla dimensione delle imprese mostrano l’importanza delle diverse tipologie di aziende rispetto all’economia complessiva: microimprese (0-9 dipendenti), piccole imprese (10-49 dipendenti), medie imprese (50-249 dipendenti), grandi imprese (> 250). Il fatturato è il totale delle entrate che le imprese generano dalla vendita di beni o servizi in un determinato periodo.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
05. Tasso di disoccupazione
Il tasso di disoccupazione è la percentuale di popolazione in età lavorativa disoccupata e in cerca di lavoro rispetto alla forza lavoro totale. La differenza relativamente grande tra i dati del 1988 e del 1989 è in parte dovuta al fatto che la definizione di disoccupazione è stata modificata nel 1989.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
06. Reddito familiare
Il reddito annuo disponibile delle famiglie è costituito dal reddito complessivo in valuta di tutti i membri della famiglia, proveniente da tutte le fonti, ossia dal reddito diretto e dai contributi pubblici. Si tratta di importi netti da cui sono già stati detratti eventuali imposte e contributi sociali. In questo caso, In questo caso, si definisce famiglia un nucleo di persone che coabitano in quanto coniugati, parenti, affini o sulla base di altri legami, quali l’adozione, la tutela, o legami affettivi. Anche i singoli individui possono essere considerati una famiglia. La dimensione del campione dello studio ASTAT era di 1355 famiglie.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
07. Reddito pro capite delle famiglie
Il reddito disponibile pro-capite delle famiglie consumatrici è il denaro a disposizione di ogni persona in una famiglia. Le famiglie consumatrici sono individui o gruppi di individui la cui funzione principale è quella di consumare o produrre beni e servizi non finanziari esclusivamente per il proprio consumo finale. La differenza tra valori nominali e reali è che questi ultimi tengono conto dell’inflazione. L’inflazione è un aumento del livello generale dei prezzi, il che significa che i beni e i servizi diventano più costosi. Questo riduce il potere d’acquisto del denaro, perché a parità di denaro si può comprare di meno.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
08. Rischio di povertà
Una famiglia è considerata a rischio di povertà se il suo reddito annuo equivalente è inferiore al 60% del reddito annuo mediano equivalente in Alto Adige. Il reddito equivalente è un reddito familiare corretto che tiene conto della dimensione e della composizione del nucleo familiare al fine di rappresentare una situazione economica comparabile tra diversi nuclei familiari. Nel caso specifico, tiene conto delle risorse finanziarie disponibili, comprese le imposte e i sussidi sociali. Nel 2018, il reddito equivalente mediano in Alto Adige era di 21.639 euro. Di conseguenza, la soglia di rischio di povertà era di 12.984 euro, pari al 60 percento del reddito equivalente. In questo caso, si definisce famiglia un nucleo di persone che coabitano in quanto coniugati, parenti, affini o sulla base di altri legami, quali l’adozione, la tutela, o legami affettivi. Anche i singoli individui possono essere considerati un nucleo familiare. I dati relativi al gruppo linguistico ladino non sono significativi perché la dimensione del campione era insufficiente o perché c’era un cosiddetto errore standard. La dimensione del campione dello studio era di 1355 famiglie.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
09. Sussidi per l’agevolazione edilizia
Il grafico mostra il numero di domande di sussidi per l’agevolazione edilizia accolte per gruppo linguistico. Secondo lo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha competenza legislativa esclusiva in materia di edilizia abitativa agevolata. La legge sull’edilizia abitativa agevolata stabilisce che i fondi per l’edilizia abitativa agevolata sono generalmente assegnati in base al bisogno e in proporzione alle dimensioni dei gruppi linguistici. I bisogni di ciascun gruppo linguistico sono determinati annualmente. Questa normativa si basa sullo Statuto di autonomia, che stabilisce che i fondi del bilancio „per scopi assistenziali, sociali e culturali sono utilizzati in proporzione diretta alla forza e all’entità dei bisogni di ciascun gruppo linguistico“. Si tratta di medie annuali.
Ultimo aggiornamento: 15.5.2024
10. Entrate della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
Le entrate della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige sono costituite dai fondi che essa riceve da varie fonti, quali imposte o tasse. Nel dettaglio, si tratta di tributi provinciali, tributi ceduti dallo Stato, trasferimenti correnti, entrate extratributarie, entrate in conto capitale, entrate da riduzione di attività finanziarie, accensione di prestiti, entrate per conto di terzi e partite di giro. Queste entrate vengono utilizzate per finanziare servizi pubblici, progetti infrastrutturali e altre spese. I tributi statali e i tributi ceduti dallo Stato sono regolati con precisione dallo Statuto di autonomia. Queste norme si applicano anche alla Provincia autonoma di Trento. Sebbene le possibilità legislative della Regione autonoma Trentino-Alto Adige siano piuttosto limitate rispetto alle due Province autonome, essa ha diritto a determinate entrate in base alle disposizioni finanziarie dello Statuto di autonomia. Si tratta, ad esempio, delle entrate derivanti dall’imposta ipotecaria, delle quote dell’imposta di successione e dell’IVA sul commercio interno.
Tributi provinciali: Lo Statuto di autonomia prevede che la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige possa introdurre tributi propri in determinati ambiti. Queste imposte sono riassunte come imposte provinciali. Un esempio è la tassa automobilistica.
Imposte cedute dallo Stato: Secondo lo Statuto di autonomia, alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige spetta circa il 90% delle imposte riscosse in Alto Adige. Lo Stato trasferisce questo gettito fiscale alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige.
Trasferimenti correnti: I trasferimenti correnti sono trasferimenti di fondi tra diverse unità della pubblica amministrazione. Non comprendono le imposte, i contributi agli investimenti e altri stanziamenti in conto capitale, che sono contabilizzati separatamente.
Entrate extratributarie: Le entrate extratributarie non fiscali si riferiscono alle entrate della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige che non dipendono dalle imposte. Si tratta di entrate da servizi pubblici, patrimonio, interessi, profitti da investimenti e altre fonti non fiscali.
Entrate in conto capitale: Le entrate in conto capitale sono redditi che contribuiscono direttamente o indirettamente alla formazione del capitale. Comprendono i redditi da investimenti finanziari o i profitti da investimenti in beni materiali.
Entrate da riduzione di attività finanziarie: La riduzione delle attività finanziarie riguarda i proventi derivanti dalla vendita di attività finanziarie, l’incasso di crediti correnti e non correnti e la riduzione di altre attività finanziarie.
Accensione di prestiti: L’accensione di prestiti è l’ammontare delle operazioni di indebitamento a medio e lungo termine o patrimoniali, con esclusione quindi di quelle di durata inferiore all’anno.
Entrate per conto di terzi e partite di giro: Le entrate per conto di terzi e partite di giro sono somme di denaro ricevute per conto di altri (organizzazioni, persone). Le voci transitorie sono voci finanziarie che transitano solo temporaneamente senza alcuna variazione permanente.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
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11. Imposte assegnate dallo Stato alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
Lo Statuto di autonomia prevede l’assegnazione alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige di quote fisse di imposte e tasse statali, in genere circa il 90% del gettito fiscale raccolto sul territorio. La quota esatta di ciascun tributo è regolata dall’articolo 6 dello Statuto di autonomia. I tributi ceduti dallo Stato alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige in base allo Statuto di autonomia sono costituiti nel dettaglio dalle seguenti voci: IRPEF, IRES, IVA (IVA sugli scambi interni e IVA sulle importazioni), accisa sui tabacchi, imposta sul consumo di alcolici e bevande alcoliche, accisa sui prodotti energetici, imposta di registro, imposta di bollo. Fino al 2018 è stata prevista anche una quota variabile.
Imposta sul reddito IRPEF: L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) è l’imposta sul reddito ed è basata su diversi scaglioni e aliquote. Le aliquote variano dal 23% al 43%. In base allo Statuto di autonomia, alla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige spetta il 90% di questo gettito fiscale.
Imposta IRES sulle società: L’Imposta sui Redditi delle Società (IRES) è l’imposta sulle società. Le società la pagano sui loro profitti. L’aliquota fiscale è normalmente del 24%. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90 per cento di questo gettito fiscale.
Imposta sul valore aggiunto sul commercio interno: L’IVA sul commercio interno è un’imposta indiretta sui consumi applicata alla vendita di beni e servizi all’interno di un Paese. L’aliquota IVA viene aggiunta al valore dei beni. L’aliquota IVA standard in Italia è attualmente del 22%. Esistono aliquote più basse per alcune categorie. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto all’80 per cento del gettito fiscale.
Imposta sul valore aggiunto sulle importazioni: L’IVA sulle importazioni è un’imposta prelevata sul valore dei beni importati. Deve essere pagata al momento dell’importazione. L’aliquota IVA viene sommata al valore della merce. Secondo lo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90% di questo gettito fiscale.
Accisa sul tabacco: L’accisa sul tabacco è un’imposta applicata ai prodotti del tabacco. Secondo lo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90 per cento di questo gettito fiscale.
Imposta sul consumo di alcolici e bevande alcoliche: L’imposta sul consumo di alcol e bevande alcoliche è un’imposta applicata all’acquisto di questi prodotti. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90% di questo gettito fiscale.
Accisa sui prodotti energetici: L’accisa sui prodotti energetici è un’imposta applicata a determinati prodotti energetici come la benzina e il gasolio. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90 per cento di questo gettito fiscale.
Imposta di registro: L’imposta di registro è un’imposta che deve essere pagata al momento della registrazione di contratti, atti, protocolli e accordi presso l’ufficio del registro. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90 per cento di questo gettito fiscale.
Imposta di bollo: L’imposta di bollo è un’imposta indiretta che deve essere pagata per la creazione di determinati fascicoli, documenti e registri legali. Il pagamento avviene mediante l’apposizione di un’apposita marca da bollo o di un bollo virtuale. In base allo Statuto di autonomia, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige ha diritto al 90% di questo gettito fiscale.
Quota variabile: In passato, la quota variabile delle imposte cedute dallo Stato doveva essere negoziata tra la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige e lo Stato italiano. A differenza della quota fissa, questa quota poteva variare. Nell’ambito dell’Accordo di Milano del 2010, una revisione sostanziale delle disposizioni sull’autonomia finanziaria, questa quota variabile è stata abolita. I pagamenti successivi al 2010 sono pagamenti arretrati da parte dello Stato.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
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12. Imposte provinciali Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
La Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige può introdurre imposte proprie in misura limitata, in conformità allo Statuto di autonomia. Le imposte provinciali comprendono l’imposta regionale sulle attività produttive IRAP, un’imposta complementare all’imposta sul reddito IRPEF e la tassa automobilistica.
Imposta regionale sulle attività produttive IRAP: L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è l’imposta regionale sulle attività commerciali. L’aliquota può variare a seconda della regione. Nell’anno fiscale 2023, l’aliquota ordinaria dell’IRAP in Alto Adige è stata del 3,30 per cento.
Addizionale IRPEF: In Italia, l’addizionale regionale IRPEF è un’imposta aggiuntiva all’imposta sul reddito IRPEF („Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche“). L’aliquota può variare a seconda della regione. Per l’anno fiscale 2023, l’aliquota per i redditi fino a 50.000 euro in Alto Adige era dell’1,23%. Oltre i 50.000 euro, l’aliquota era dell’1,73%.
Tassa automobilistica: La tassa automobilistica è un’imposta che grava sull’utilizzo dei veicoli. L’importo si basa su diversi fattori, come la cilindrata e la classe di emissione. La Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige può stabilire autonomamente la tassa automobilistica in base allo Statuto di autonomia.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
13. Spese della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
Le spese della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige riguardano le uscite finanziarie nei vari settori (amministrativi). Nello specifico, la spesa si compone di 19 voci diverse. La spesa è determinata dal bilancio o dalla legge in materia e spesso riflette le priorità politiche. Le cifre qui riportate non tengono conto del cosiddetto fondo pluriennale vincolato. Un fondo pluriennale vincolato è un fondo creato appositamente per progetti o programmi a lungo termine e viene utilizzato per un periodo di diversi anni.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
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14. Affidabilità creditizia
Le agenzie di rating valutano il merito creditizio, ovvero la possibilità e la volontà di uno Stato, di una Regione o di un’azienda di rimborsare un prestito contratto. Più un soggetto è classificato in alto, più è probabile che i debiti contratti possano essere ripagati. Se il soggetto riceve un rating basso, è meno probabile che il debito venga rimborsato in modo affidabile. In considerazione del fatto che le due agenzie di rating, Moody’s Investors Service e FitchRatings, non consentono agli enti locali di avere un rating superiore di oltre due punti rispetto a quello dello Stato, la Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige raggiunge il miglior risultato possibile. I rating di Moody’s Investors Service vanno da Aaa (miglior rating) a C (peggior rating). Baa1, il rating della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, è l’ottavo miglior rating su un totale di 21. Le valutazioni di FitchRatings vanno da AAA (valutazione migliore) a D (valutazione peggiore). La valutazione A- per la Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige è la settima migliore su un totale di 20.
Ultimo aggiornamento: 14.5.2024
Timeline
Metà del XIX secolo
L’area approssimativamente corrispondente agli odierni territori del Tirolo austriaco e della Provincia autonoma di Bolzano cade nel 1363 sotto il dominio asburgico. È solo all’inizio dell’Ottocento che il Trentino viene interamente inglobato nella Contea del Tirolo, entrando anch’esso a far parte dell’Impero austriaco. Calamità naturali, perdite di raccolti e difficoltà economiche portano all’impoverimento di ampie fasce della popolazione trentina che, a ondate, emigra.
Fine del XIX secolo
Questi problemi generano, da parte trentina, crescenti richieste di maggiore autonomia all’interno della contea asburgica del Tirolo, a cui la parte tedesca non darà però mai seguito. Anche altre forze auspicano un’indipendenza nazionale. L’irredentismo nel vicino Regno d’Italia mira a liberare dal dominio straniero le terre di lingua italiana. A partire dall’unificazione italiana completata nel 1866, forze più radicali guardano al Brennero, sulla cresta alpina, come nuovo confine settentrionale d’Italia.
1904
I fatti di Innsbruck
Con lo scopo di venire a capo degli scontri accesisi per la nascita di un’università italiana sul territorio dell’Austria-Ungheria si prevede di istituire presso l’Università di Innsbruck una facoltà di giurisprudenza in lingua italiana. Alla sua inaugurazione, nell'autunno del 1904, scoppiano ostilità e tumulti nazionalisti. Svariati negozi italiani in città e anche i nuovi spazi della facoltà subiscono gravi danni e la struttura universitaria, poco dopo, viene chiusa.
1906
Ettore Tolomei
Il geografo e nazionalista Ettore Tolomei fonda la rivista “Archivio per l’Alto Adige”, organo editoriale solo in apparenza prettamente scientifico. Traducendo via via in italiano i toponimi altoatesini, tenta di dimostrare una più profonda “italianità” dell’area compresa fra Brennero e Salorno.
1914
Lo scoppio della Prima guerra mondiale
I reggimenti tirolesi dei Kaiserjäger austriaci, comprendenti diverse decine di migliaia di soldati trentini, vengono schierati sul fronte orientale contro l’Impero zarista russo.
1915
Il Patto segreto di Londra e l’entrata in guerra dell’Italia
In cambio della sua uscita dalla Triplice Alleanza e dello schieramento bellico al loro fianco, la Gran Bretagna, la Francia e la Russia promettono all’Italia la consegna dei territori fino al confine del Brennero. Il territorio tirolese a sud del Passo del Brennero e del Passo Resia viene indicato per la prima volta come “Tirolo Cisalpino”.
1918
La fine della Prima guerra mondiale e il Trattato di pace di Saint-Germain del 1919
L’Impero austro-ungarico è fra i vinti del conflitto mondiale protrattosi per quattro anni. Nel Trattato di pace di Saint-Germain-en-Laye, il Tirolo a sud del Brennero viene assegnato all’Italia, ufficialmente annesso con la legge di ratificazione del 1920. Nasce il territorio del “Südtirol/Alto Adige” che conosciamo oggi.
1922
La marcia su Roma
Il partito fascista guidato da Benito Mussolini marcia su Roma nell’ottobre del 1922 prendendo la guida del governo. Per l’Alto Adige inizia una fase di italianizzazione forzata: vietata nell’insegnamento scolastico, la lingua tedesca viene parzialmente bandita anche dall’uso pubblico; negli anni Trenta viene inoltre fortemente incoraggiato l’insediamento in zona di persone provenienti da altre regioni italiane.
Gli anni Venti
Resistenza passiva contro l’italianizzazione forzata: nascita di scuole clandestine in soffitte, fienili e case contadine. I libri di testo vengono fatti arrivare dalla Germania e dall’Austria.
1933
Il Nazionalsocialismo
La presa di potere dei nazisti in Germania e l’aggressiva politica estera di Hitler inducono molti altoatesini di lingua tedesca e ladina a sperare di fare “ritorno nel Reich”. Nel 1934 viene fondato il fronte patriottico “Völkischer Kampfring Südtirols” (VKS) che porta avanti in clandestinità la propaganda nazista, mantenendo operative proprie “scuole di emergenza”.
1939
Le Opzioni
Hitler e Mussolini siglano l’accordo per il reinsediamento della popolazione altoatesina, le cosiddette “Opzioni”. Chi opta per la cittadinanza tedesca si impegna a emigrare, mentre chi decide di rimanere in Alto Adige rinuncia alla tutela della propria identità etnolinguistica tedesca e ladina. Inizia una feroce propaganda, con la popolazione divisa fra “optanti”, pronti a partire, e “dableiber”, intenzionati a rimanere. L’86 per cento decide di andarsene, ma lo scoppio della Seconda guerra mondiale ne ostacola il trasferimento.
1943
L’8 settembre 1943 la Wehrmacht tedesca occupa gran parte dell’Italia e allestisce la “Zona Operativa delle Prealpi”, costituita dalle province di Bolzano, Trento e Belluno. Contrariamente al sentire di chi parla italiano, quell’invasione tedesca è vista come “liberazione” da molte persone di lingua tedesca e ladina. Seguono persecuzioni ai danni di “dableiber”, obiettori di coscienza e socialisti. Componenti del servizio d’ordine “Südtiroler Ordnungsdienst” (SOD) catturano donne e uomini ebrei. Nell’estate del 1944 si realizza a Bolzano un campo nazista di transito che, fino al suo smantellamento a fine aprile del 1945, ospiterà oltre 10.000 prigionieri. Un terzo di loro viene deportato nei campi di sterminio.
1945
All’inizio di maggio, l’Alto Adige viene occupato dalle truppe americane e liberato dal nazifascismo. All’amministrazione militare anglo-americana inizialmente istituita subentra, a fine anno, l’amministrazione civile italiana. Gli accordi non prevedono una nuova assegnazione all’Austria, come invece sperato da molti altoatesini di lingua tedesca e ladina.
1946
L’Accordo di Parigi
A margine della Conferenza di pace di Parigi, il presidente del Consiglio italiano Alcide Degasperi e il ministro degli esteri austriaco Karl Gruber firmano un accordo di tutela per l’Alto Adige. Il cosiddetto “Accordo De Gasperi-Gruber”, noto anche come “Accordo di Parigi”, assicura alla popolazione altoatesina interventi speciali a sostegno della lingua, cultura ed economia. L’accordo, annesso al Trattato di Parigi del 1947, è garantito a livello internazionale.
1948
Il primo Statuto di autonomia
L’Assemblea Nazionale Costituente approva il primo Statuto di autonomia. In esso, le due Province di Bolzano e di Trento vengono unite nella Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, dotata di un Consiglio e una Giunta regionali. Il Consiglio provinciale altoatesino ha poteri legislativi solo molto limitati.
1948-1957
Un’autonomia deludente
Essendo numericamente predominante a livello regionale, la rappresentanza di lingua italiana mette in minoranza gli interessi dei gruppi di lingua tedesca e ladina. Un reale autogoverno è dunque difficile da raggiungere ed elementi essenziali dell’Accordo Degasperi-Gruber non trovano attuazione. Cresce dunque il malcontento della popolazione altoatesina di lingua tedesca, anche a causa della migrazione interna di lavoratori italiani, la maggior parte impiegati nel settore pubblico e nei grandi stabilimenti industriali, e delle loro famiglie. Migliaia di altoatesini di lingua tedesca sono costretti a emigrare in Germania, Austria e Svizzera perché privati di queste opportunità di impiego.
1955
Il Trattato di Stato austriaco
L’Austria diventa sovrana, riacquista capacità di agire nei rapporti con l’estero e può infine assumere una “funzione protettrice” nei confronti dell’Alto Adige.
1957
La manifestazione di Castel Firmiano
In un raduno di massa organizzato a Castel Firmiano, 35.000 manifestanti contestano il mancato rispetto dell’Accordo di Parigi e invocano al grido di “Los von Trient” un’autonomia per l’Alto Adige sganciato dal Trentino.
1960
La questione altoatesina all’ONU
Su iniziativa del ministro degli esteri austriaco, Bruno Kreisky, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta all'unanimità risoluzioni sulla questione altoatesina in cui si chiede all’Italia e all’Austria di negoziare per appianare tutte le divergenze sull’Accordo di Parigi. Nell’ambito del dibattito sulla decolonizzazione, le richieste dell’Alto Adige trovano ampio sostegno fra gli stati del cosiddetto “terzo mondo”.
1961
La Commissione dei Diciannove
Alla Commissione dei Diciannove (sette componenti di lingua tedesca, uno di lingua ladina e undici di lingua italiana) insediata dal Consiglio dei Ministri italiano è affidato il compito di trattare la “questione altoatesina” e formulare proposte da presentare al governo. I risultati di questi negoziati fra Roma e Bolzano confluiranno, qualche anno dopo, in un pacchetto di misure per l’Alto Adige (“Pacchetto”).
1961
La Notte dei Fuochi
La notte dell’11 giugno 1961 il gruppo separatista BAS (“Befreiungsausschuss Südtirol”) fa saltare in aria diversi tralicci dell’alta tensione. Un operaio trentino perde la vita. L’obiettivo era quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla questione altoatesina. L’Italia invia in Alto Adige un cospicuo contingente di militari e forze dell’ordine.
1963
Il primo governo italiano di centro-sinistra
Sotto la guida del democristiano Aldo Moro si forma in Italia il primo governo di centro-sinistra, con la partecipazione del Partito Socialista Italiano (PSI). In questa fase cresce la sensibilità per le trattative portate avanti dall’Alto Adige con Roma.
1969
Il sì al “Pacchetto”
I parlamenti di Roma e Vienna votano le proposte elaborate dalla Commissione dei diciannove. Il “Pacchetto” è approvato, seppure a maggioranza risicata, anche dal congresso straordinario del partito Südtiroler Volkspartei, riunito al Kurhaus di Merano. Il termine “Pacchetto” si riferisce all’insieme di suggerimenti e proposte formulati dalla Commissione dei diciannove e costituenti la base per la definizione delle 137 “misure a favore delle popolazioni altoatesine”.
1972
Il secondo Statuto di autonomia
Il nuovo Statuto di autonomia annunciato dal Pacchetto entra in vigore il 20 gennaio 1972. Garantisce la parità di diritti e la tutela di tutti e tre i gruppi linguistici della Provincia di Bolzano, alla quale nell’ambito della Regione Trentino-Alto Adige vengono assegnate competenze più ampie.
1965-1980
Il rilancio economico
Con l’entrata in vigore del secondo Statuto di autonomia, anche l’Alto Adige conosce il miracolo economico. Soprattutto il turismo, ma anche l’agricoltura, l’artigianato e l’industria, particolarmente in crescita nelle zone periferiche della provincia, diventano i pilastri dell’economia altoatesina.
1992
La quietanza liberatoria
Con il rilascio della cosiddetta “quietanza liberatoria” (dichiarazione di risoluzione della controversia) da parte austriaca, si chiudono formalmente i negoziati altoatesini davanti all’ONU: le principali misure previste dal Pacchetto per l’Alto Adige hanno ormai trovato attuazione ed è stata frattanto raggiunta anche un’efficace tutela delle minoranze. L’autonomia altoatesina rimane sancita nelle norme di diritto internazionale.
1997/98
Convenzione di Schengen
Dopo l’adesione dell’Austria all’Unione europea nel 1995, nell’inverno del 1997-98 si assiste all’eliminazione dei controlli alle frontiere prevista nell’ambito dall’applicazione dell’Accordo di Schengen. A livello locale si aprono nuove opportunità di cooperazione transfrontaliera.
2001
La legge costituzionale sul “semifederalismo”
La legge costituzionale approvata con referendum amplia, almeno in teoria, i poteri legislativi riconosciuti alla Provincia autonoma di Bolzano e inserisce nella Costituzione italiana la denominazione tedesca e ladina “Südtirol”. Parallelamente, tuttavia, le competenze autonome della Provincia vanno incontro alle crescenti limitazioni poste dalla legislazione statale e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.
2011
L’istituzione dell’Euregio
A Castel Thun in val di Non, i presidenti della Provincia autonoma di Trento, della Provincia autonoma di Bolzano e del Tirolo austriaco istituiscono il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) denominato “Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino”.
2014
Il Patto di garanzia
Un accordo ridefinisce i rapporti finanziari tra Stato e Provincia stabilendo, alla luce delle difficoltà derivanti dalla crisi economica del 2008, la compartecipazione dell’Alto Adige al risanamento delle casse dello Stato. Il patto garantisce però che lo Stato non possa più trattenere, con ulteriori imposizioni, somme e risorse spettanti alla Provincia. Questa garanzia, unita al mantenimento sul territorio del gettito fiscale prodotto in Alto Adige, danno alla Provincia maggiore sicurezza nella programmazione.
2015-2017
La Convenzione sull’autonomia
Il Consiglio provinciale avvia un processo partecipativo per la revisione dello Statuto di autonomia. Nel contesto della Convenzione, i rappresentanti della cittadinanza elaborano proposte per un’ulteriore definizione dello Statuto in ordine ad aspetti dell’autonomia che stentano ad essere attuati.
2021
L’Euregio sempre più vicina
L’Euregio si dota di un Consiglio delle cittadine e dei cittadini e di un Consiglio dei Comuni. L’obiettivo è quello di coinvolgere maggiormente la società civile nei processi decisionali avviati a livello politico.
Fonte
Josef Prackwieser, Georg Grote, Hannes Obermair; basato su: Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, Le pietre miliari dell’autonomia, 6.12.2023.